Il 7 settembre scorso è stata pubblicata la versione 2016 della norma NFPA 72 sui sistema di fire alarm, che aggiorna la precedente edizione 2013.
Il raffronto della nuova edizione di questo Code con l’equivalente europeo (TS 54-14) o l’omologo ISO (es. 7240), è impietoso, per profondità di trattazione e per completezza. Non ci si chieda dunque la motivazione per cui nelle specifiche tecniche internazionali non compaia mai una norma progettuale di origine europea, salvo il raro impiego dello standard britannico BS 5839-1.
La possibilità offerta dal D.M. 20 dicembre 2012 di utilizzare lo standard NFPA 72 pare essere una resa rispetto all’evidente disparità con la medesima norma UNI 9795, se non fosse che la combinazione con il requisito dell’impiego di prodotti soggetti a norma comunitaria di armonizzazione renda la NFPA 72 praticamente inapplicabile. Provi infatti il legislatore ad illustrarci come realizzare un proprietary supervising station alarm system con prodotti europei, in un contesto normativo lacunoso come quello della EN 54, e gli stringeremo la mano.
Meglio sarebbe ipotizzare una traduzione integrale della norma NFPA, senza ulteriori scorciatoie.
Si pensi ad esempio alla portata che avrebbe l’introduzione del principio dell’equivalency, in base al quale l’utilizzo di apparecchiature, metodi o sistemi con prestazioni equivalenti a quelle prescritte dalla norma è ritenuto accettabile e, se dimostrato all’autorità competente, persino approvato.
Oppure si consideri il significato di listing, che supera di gran lunga gli incomprensibili sistemi di attestazione di conformità europei (AVCP).
Per chi avesse dimestichezza con qualche progetto internazionale di fire alarm, la semplice applicazione di questi due concetti ha permesso più volte l’utilizzo –direi meglio, la vendita – di prodotti europei in aree geografiche nelle quali è richiesto l’applicazione di NFPA 72.
Se solo il normatore europeo avesse presente la perdita di competitività imposta alle aziende del Vecchio Continente da questo gap di norme di progetto rispetto ai colleghi americani, pubblicherebbe subito gli standard EN 54-1, 54-13 e 54-14 in un formato più aperto ed adeguato all’evoluzione tecnologica.
Chi scrive fatica da tre anni a far riconoscere l’utilizzo di software grafici e pannelli ripetitori nella EN 54-2. Ne vogliamo parlare?